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RTO con Virginio Serena: “Quando i particolari fanno la differenza” In evidenza

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Pubblicato in 2013/2014
Lunedì, 17 Marzo 2014 11:08

Rto Serena platea

E’ davvero caloroso il benvenuto riservato dal Presidente sezionale, Alessandro Scarpelli, al Componente Nazionale del Settore Tecnico arbitrale Virginio Serena, ospite d’eccezione in occasione della riunione tecnica obbligatoria tenutasi lunedì 10 marzo 2014, presso la Sala Comunale Fornace Carotta.

Virginio, dopo aver portato i saluti del responsabile del Settore Tecnico Alfredo Trentalange, ha messo subito in chiaro il tema della serata: la “vera” differenza che fa la differenza è la cura dei particolari.

La crescita costante di tutto il movimento arbitrale sotto il profilo tecnico-atletico ha reso infatti parametro imprescindibile, per la valutazione della qualità di un arbitro che miri ad eccellere, la cura dei dettagli.

Il discorso condotto dall’illustre ospite si sviluppa a partire da una domanda solo all’apparenza scontata: “chi sono gli arbitri?”. Di certo non possono essere animati da frustrazione o senso di rivalsa, ma in termini positivi la definizione è senz’altro più complessa, e, due sono a proposito i criteri-guida: l’amore per il gioco del calcio e l’enorme senso della giustizia. L’arbitro dev’essere infatti un “buon allenatore” che garantisce lo svolgimento armonico del gioco attraverso equità, equilibrio e coerenza.

Premesso ciò, è tempo di capire quali sono gli aspetti “di nicchia” che effettivamente fanno la differenza, e a tal proposito, Virginio sottolinea l’importanza della cura dell’immagine, dell’abbigliamento e dei modi in cui l’arbitro si rapporta con gli altri (addetti ai lavori e non) nello svolgimento delle proprie funzioni.

Le parole-chiave sono in tale ottica: educazione, cordialità, rispetto, puntualità, sobrietà, meticolosità (ma che non deve mai sconfinare in pignoleria), attenzione alle regole erroneamente ritenute “accessorie”.

Con particolare riferimento a quest’ultime emerge poi un’intima connessione tra cura dei dettagli e prevenzione: l’autentico rispetto delle regole si ottiene infatti soltanto grazie ad un’azione preventiva e deterrente, mentre altrettanto non può dirsi quando si agisce ex post in via repressiva.

Un ulteriore aspetto evidenziato dal nostro ospite è il problema della gestione del “multievento”: è frequente che l’arbitro si trovi sottoposto a più stimoli esterni contemporanei ed in base ad un criterio di priorità debba scegliere il fattore a cui dare prevalenza nel caso specifico. Ed ecco come inevitabilmente la capacità di concentrazione assume un ruolo di primo piano.

La precisione operativa connotante l’operato arbitrale deve, inoltre, svolgersi all’insegna di semplicità, naturalezza ed equilibrio, ponendo molta attenzione al linguaggio del corpo che è un vero e proprio biglietto da visita perché proprio grazie ai tratti extralinguistici si comunica molto più di sé di quanto si è portati a pensare, e ciò vale, non solo nei rapporti con l’osservatore arbitrale, ma anche con allenatori e dirigenti in genere.

Una riunione dunque senz’altro foriera di molti spunti di riflessione perché analizza a 360 gradi la figura arbitrale nel contesto odierno e in una proiezione futura, confidando che fin da subito gli associati facciano tesoro dei preziosi consigli ricevuti.

 

RTO Serena omaggio

 

 

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