Lunedì 28 aprile si è tenuta la settima Riunione Tecnica Obbligatoria congiunta dedicata ad arbitri ed osservatori patavini che, come di consuetudine, si sono riuniti presso la Fornace Carotta di Padova.
A introdurre la serata è stato il Presidente Matteo Michieli, che ha ripercorso alcuni momenti significativi della stagione in corso: ha ricordato con orgoglio i numerosi esordi che hanno interessato gli associati, ha menzionato il prestigioso Torneo Nicolli, svoltosi a Jesolo, dove l’AE Giuseppe De Fina ha rappresentato con onore la Sezione di Padova, e ha evidenziato l’importanza del tradizionale pranzo con i Sempreverdi, arbitri del passato che oggi rappresentano un punto di riferimento e continuità per la realtà sezionale.
Infine, ha fatto cenno a un’iniziativa della FIGC, volta a promuovere momenti di confronto diretto tra arbitri, squadre e dirigenti, con l’obiettivo di accorciare le distanze, migliorare la comprensione reciproca e rafforzare la cultura del rispetto sui campi da gioco.
Successivamente, ha preso la parola Elena Lunardi, ex arbitro di serie A di futsal, ora componente del Settore Tecnico. Il suo intervento si è focalizzato sul concetto di “attenzionare” il proprio ruolo, analizzando la figura dell’arbitro come protagonista solitario, spesso percepito come estraneo al contesto della gara, imposto, e talvolta visto come ostacolo al raggiungimento della vittoria da parte di giocatori e dirigenti.
È stato evidenziato come l’arbitro, pur dovendo essere un giudice imparziale e silenzioso, si trovi frequentemente sotto il giudizio di pubblico, giocatori e dirigenti, i quali spesso non dispongono delle competenze necessarie per comprendere appieno le sue decisioni.
Oltre agli elementi esterni, come contestazioni, proteste e carica agonistica, l’analisi si è soffermata su dinamiche interne all’arbitro, come:
- stress e senso di isolamento
- eccessivo controllo e insicurezza
- frustrazione, rabbia e problemi di autostima
-
tendenza a comunicazioni rigide o comportamenti autoritari
Non avere una risposta a questi fattori, espone l’arbitro al rischio di svalutare le proprie competenze, cadendo nella trappola della ricerca di approvazione o nella tentazione di voler compensare eventuali errori.
Il consiglio più importante è stato quello di lavorare su sé stessi, accettando la possibilità di poter sbagliare, coltivando fiducia e consapevolezza e mantenendo un’autovalutazione realistica, sempre aperta al miglioramento.
È stata inoltre posta attenzione al tema della comunicazione: non basta prendere decisioni corrette, bisogna saperle farsi accettare.
Il linguaggio si compone per il 7% di parole, per il 38% del tono di voce e per il 55% del linguaggio del corpo. L’arbitro deve quindi comunicare sicurezza, empatia e leadership, attraverso calma, chiarezza, positività e fermezza.
La preparazione atletica e la costante concentrazione sono fondamentali per mantenere lucidità e reattività per tutta la durata della gara. L’arbitro deve essere un decision maker, capace di: agire sotto pressione, restare focalizzato anche in presenza di errori o provocazioni, non farsi condizionare da pubblico e osservatori.
L’arbitraggio è una scuola di vita che plasma la personalità dell’arbitro, che deve avere: coraggio, leadership, controllo dell’ansia, attenzione ai dettagli, coerenza e determinazione,
capacità di semplificazione e individuazione delle priorità.
Elena infine ha condiviso riflessioni profonde sulla crescita personale, richiamando citazioni ispirazionali:
“Conosci te stesso, diventa ciò che sei.”
“Il fallimento è essenziale: la crescita passa attraverso prove ed errori.”
Ha sottolineato l’importanza dell’ambizione, come forza motrice del miglioramento, e della passione, nel suo significato più autentico di sacrificio e impegno. Un richiamo forte a non accontentarsi della mediocrità, ma a puntare all’eccellenza personale e arbitrale.
Ai ringraziamenti per l'attenzione, hanno fatto seguito le raccomandazioni del Presidente Michieli, che ha esortato tutti i presenti a far tesoro della lezione.
Alla R.T.O. ha fatto seguito un momento di convivialità tra alcuni Colleghi che hanno voluto trascorrere la serata in compagnia.