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LORENZO MANGANELLI: UNA LEZIONE DI MORALE E DI VITA In evidenza

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Pubblicato in 2012/2013
Mercoledì, 24 Aprile 2013 19:05

L’Assistente Arbitrale Internazionmanganelliale, Lorenzo MANGANELLI, è l’illustre ospite che ha letteralmente carpito l’attenzione di noi associati presenti alla RTO straordinaria (di recupero della riunione dell’11 febbraio, rinviata per neve) tenutasi presso la Sala comunale Fornace Carotta mercoledì 17 aprile. Non ha certo bisogno di presentazioni, Lorenzo: dal 2012 internazionale e con un curriculum invidiabile quanto a gare dirette in serie A ed in Europa (tra Champions ed Europa League). Infatti, nel solo mese di febbraio 2013 viene designato per l’ottavo di finale di Champions League VALENCIA-PARIS SAINT GERMAIN, per STEAUA BUCAREST-AJAX in Europa League e per la prestigiosa amichevole Francia- Germania.
Nello stesso mese, tuttavia, qualcosa gli cambierà la vita: il 24 febbraio è infatti coinvolto in un gravissimo incidente d’auto sull’autostrada A1.

Momenti tragici (culminati in un intervento di oltre sei ore dopo il trasporto d’urgenza in ospedale) segnati però incredibilmente da lucide quanto mai profonde riflessioni nel “dormiveglia” post incidente: i propri cari, la fidanzata, gli amici intimi. Ma soprattutto lo travolge il ricordo del suo (da toscano doc) ‘Babbo’, arbitro a livello dilettantistico da cui ha ereditato una smisurata passione per la scuola di vita qual è l’arbitraggio.
Infatti Lorenzo -e qui lasciamo la cronaca- ama sottolineare in tutto l’arco del suo intervento che la felicità risiede nelle piccole cose, nel saper apprezzare ciò che si ha e nel coltivarlo con dedizione, mettendo a servizio degli altri il proprio vissuto e la propria esperienza. Non si deve aspettare di perdere la vita per capirne il valore inestimabile: “vivi ogni momento come se fosse l’ultimo” senza ansie o malumori ma semplicemente per la gioia di viverlo. E questo vale anche per i novanta minuti di partita. Una riunione dal taglio quasi filosofico in cui etica e morale trionfano:  in un mondo che sembra av
erle perdute possiamo ancora ritrovarle almeno nell’AIA, con il contributo di ciascuno di noi.
L’ospite predilige il cuore al metodo didattico ‘classico’ della lezione tecnica, corredata da video e discussioni accese sugli episodi dubbi: è l’esperienza di profonda umanità di cui Lorenzo ci ha resi partecipi ad impietrire gli sguardi di tutti noi associati, la centralità dell’uomo come fascio di sensazioni ed emozioni. Ciò non gli impedisce di parlare d’arbitri, che definisce prendendo a prestito la geometria euclidea, come un punto per cui passano (in particolare) tre rette che rappresentano altrettanti aspetti fondamentali dell’Uomo-arbitro: il comportamentale, il tecnico e l’atletico. Tutti e tre, questi, da coltivare con grande passione, credendoci anche quando la solitudine spinge a trovare rifugio nel gruppo per allontanare angosce e paure, invece di spiccare il volo, con umiltà ma anche con la consapevolezza dei propri mezzi e soprattutto non dimenticando mai di essere se stessi. Perché quando si è se stessi si può sbagliare per crescere, quando si sbaglia con la testa degli altri, ci si sottrae alla possibilità di maturare.  E per concludere, un altro motivo sempre vivo nelle sue parole, è trarre forza dalle difficoltà e saper vedere l’arbitraggio come un dono, un dono d’amore, perché ciò che anima il ragazzo che parte con la propria borsa, solo con se stesso, nei campi talvolta scottanti di periferia non è null’altro che un’immensa passione che si alimenta dall’amore per il vero e sano gioco del calcio, seppure visto da una posizione di terzietà rispetto ai contendenti.

A coronamento della magnifica e senz’altro intensa serata si è tenuta la consueta cena conviviale in un ristorante della zona, in compagnia dell’illustre ospite, ma potremmo ormai chiamarlo, perché no, amico, Lorenzo Manganelli. 

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