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Storia

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Pubblicato in 2008/2009
Lunedì, 01 Giugno 2009 13:00

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Una piccola “premessa” su quello che ci apprestiamo a leggere: non è un “trattato” di storia, ma una semplice ricerca sulle origine della Sezione padovana degli Arbitri di calcio. La parola storia, quindi, potrebbe apparire reboante per una narrazione modesta, tuttavia potrebbe risultare la più idonea se consideriamo genericamente la storia come disciplina che studia le vicende del passato e ricostruisce la nascita, lo sviluppo fino all’attualità, come nel nostro caso in cui ho cercato di ricostruire la nascita della nostra Sezione, di tracciarne l’aspetto storico-associativo nel corso degli anni; ecco perché la parola “storia” mi pare appropriata.
In questa minuziosa indagine, oltre a citare numerosi Colleghi, ho potuto dare spazio a moltissime descrizioni ricche di particolari di rilevanza storica ed a molti aneddoti di varia natura. Il tutto ricavato da documenti scritti, vecchi verbali e quant’altro, che hanno permesso di tracciare questa affascinante cronaca arbitrale.

Prima di poter parlare di Arbitri nella nostra città è quasi doveroso parlare delle Società di calcio, soprattutto di quelle del primo decennio del secolo scorso. Il foot-ball, a quei tempi veniva giocato prevalentemente nelle scuole superiori sotto l'egida delle società ginniche, e proprio nella nostra città ebbe uno sviluppo molto interessante. Però quello che importa a noi in modo particolare è sapere che emeriti dirigenti di queste società sportive entrarono a far parte dell'Associazione arbitrale. E' pressoché certa infatti la provenienza di Bruno Bellini, di colui che a ragione viene definito il pioniere del primo Gruppo arbitrale padovano, da una società calcistica della città, della quale era addirittura il presidente. Il segretario della stessa società, all'inizio, era lo sconosciuto Albino Carraro.
            Per la direzione delle gare dell'epoca venivano impegnati i dirigenti e i calciatori più rappresentativi delle squadre, scelti sopratutto per le loro doti morali e tecniche, per le quali garantivano imparzialità ed un regolare svolgimento delle gare. La continuità nel campo, probabilmente fece nascere nel dott. Bellini la passione per l'arbitraggio tanto che in breve tempo divenne il punto di riferimento per tutti coloro che andavano scoprendo nell'arbitraggio un nuovo modo di fare sport. Da cosa nacque cosa, tanto da indurlo a lasciare la dirigenza calcistica e gettare le basi per la costruzione di un Gruppo di Arbitri di calcio padovani, al quale prestarono subito preziosa collaborazione, riportano le cronache dell'epoca. Gerardo Bartoletti, Mario Gamba, Eugenio Vianello.
            I primi gruppi comunque, pur essendo inglobati nella neonata Federazione, non erano ancora costituiti in Sezioni, ma più probabilmente in Associazioni libere. L'A.I.A. infatti è subentrata alla Commissione arbitrale dell'epoca  solo il 27 agosto 1911, a conclusione dell'Assemblea di Milano, durante la quale furono nominati il primo presidente in assoluto Umberto Meazza con vice-presidente l'avv. Giovanni Mauro.
            Le notizie raccolte indicano Padova come una delle città dove gli arbitri ebbero un immediato e prestigioso sviluppo. La prova evidente fu quella di annoverare, fin da subito, due tra i primi Arbitri internazionali di calcio: Bruno Bellini e Albino Carraro. Un primo elenco di arbitri italiani abilitati a dirigere gare all’estero risale al 1926 nel quale troviamo: Giovanni Mauro, Achille Gama e Umberto Meazza di Milano, Antonio Scamoni di Torino, Edoardo Pasteur di Genova, Bruno Bellini di Padova. Nel 1927 alla lista venne aggiunto anche Albino Carraro, che giunse all’apice della notorietà nel 1934 quando fu designato per la finale del 3°/4° posto tra Germania  e Austria (3 a 2) dei campionati del mondo di calcio che si svolsero in Italia. Degli altri purtroppo non ho raccolto notizie sulle loro “gesta” internazionali.

Una pubblicazione della FIGC del 1926 riporta il primo elenco ufficiale degli Arbitri di calcio nazionali nel quale compaiono, con la qualifica di benemeriti, i tre padovani citati (Bartoletti, Gamba, Vianello) che avevano già terminato l’attività, con inclusi anche Bruno Bellini, Antonio Benettin, Luigi Berton, Albino Carraro, Pietro Colombati, Aldo Della Coletta, Mario Malagoli, Antonio Pavanato, Mario Penazzato, Augusto Serravalle, Giacomo Turra, Ferdinando Veralda, Renzo Zacco. Ho voluto riportare i nomi di questi primi colleghi arbitri padovani perché tra loro compare uno “sconosciuto” Giacomo Turra. Di questo nostro associato non ho scoperto nulla di più del suo nome. Non esiste documentazione riguardo la sua provenienza, l’attività svolta, o altre notizie importanti sulla sua persona. Una cosa però è certa e, oserei dire, sorprendente: la nostra Sezione, prima di essere intitolata a Bruno Bellini, di cui è abbondante invece la documentazione, era dedicata a “Giacomo Ciro Turra”. Lo attesta innanzi tutto l’etichetta applicata sulla copertina del primo volume di verbali che ho rintracciato in sezione datato 1940 e anni successivi, e il timbro che il segretario dell’epoca poneva in calce ad ogni foglio dei verbali stessi. Inizialmente il timbro riportava la seguente dicitura: “GRUPPO ARBITRI PADOVANI DELLA F.I.G.C. GIACOMO CIRO TURRA”; successivamente un altro timbro affermava: “FEDERAZIONE ITALIANA GIOCA CALCIO – PADOVA – GRUPPO ARBITRI G.C. TURRA”. Inoltre, una nota in merito dell’amico Luciano Lupi conferma: “…pertanto a Padova in quel periodo si formò il Gruppo Arbitri che venne intitolato al socio scomparso Giacomo Ciro Turra, che era stato uno dei primi fischietti nazionali cittadini”.
            Come ho detto, con la costituzione a Milano, nel 1911, dell’Associazione Italiana Arbitri i direttori di gara vennero in qualche modo inquadrati e quindi designati per le gare dei vari campionati regionali e nazionali. E dove c’era molta attività, vennero nominati anche dei Fiduciari con incarichi organizzativi e di propaganda. Fino al 1926, come ho accennato, non esistevano gruppi o sezioni di arbitri di calcio ufficiali. Gli arbitri si radunavano presso ritrovi di fortuna, bar o a casa di qualche socio disponibile. Quando nel 1926, l’A.I.A. si sciolse tutte le funzioni furono trasferite al C.I.T.A. (Comitato Italiano Tecnico Arbitrale), nuovo organo federale diretto dagli stessi arbitri , sotto la presidenza dell’avv. Giovanni Mauro. Con il CITA presero così corpo i “Gruppi Arbitrali” che formarono le prime sedi nelle quali gli arbitri potevano finalmente ritrovarsi, parlare di regolamento e di problemi associativi. ANCHE A PADOVA QUINDI, NEL 1927, FU UFFICIALMENTE FONDATO IL GRUPPO ARBITRI “G.C. TURRA”, DI CUI IL DOTT. BRUNO BELLINI ERA PRESIDENTE.
            Con i comunicati ufficiali che il CITA diffondeva all’epoca si cominciavano a conoscere anche i vari consigli direttivi. In uno di questi, del 1932, figura un consiglio padovano composto da Bruno Bellini in veste di presidente e dai consiglieri Albino Carraro, Tiziano De Benedictis, Augusto Serravalle e Antonio Schiavon. In un altro del 1934 si ha notizia di un corso Arbitri a Padova con le promozioni di Dario Grande, Agostino Mazzarotto, Pietro Menapace, Giuseppe Pizziolo e Vincenzo Zangrilli. Nel 1936 compare la nomina a consiglieri di Cristiano Carli e di Raimondo Tagliapietra. Un almanacco della Federazione del 1939 dà notizia che il Gruppo Arbitri di Padova ha tre Arbitri a disposizione del CITA per le gare di serie A, B e C: i colleghi Tiziano De Benedictis,  Raimondo Tagliapietra e Antonio Zambotto. In quest’anno il Gruppo arbitrale padovano era composto da 18 arbitri, e precisamente un benemerito, un fuori quadro, nove effettivi e sette aspiranti. In quegli anni, inoltre, dipendevano da Padova i sottogruppi di Rovigo e di Adria che avevano rispettivamente undici e nove arbitri.
            Alla fine della 2^ guerra mondiale si ebbe la ricostituzione dell’A.I.A. e con essa presero corpo le attuali sezioni.

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